L' Amicizia e la comunicazione

" E' vero come predica Cicerone, che la virtù è il fondamento dell' amicizia ne può essere amicizia senza virtù, perché la virtù non è altro che il contrario dell' egoismo, principale ostacolo dell'amicizia" (Giacomo Leopardi)
Molto interessanti sono gli argomenti legati all' amicizia, considerata da sempre e sopratutto in ambito letterario un tema sempre attuale e moralmente importante. Grandi autori hanno scritto dell' amicizia e pagine e pagine su di essa sono state lette ma cos'è realmente l'amicizia nella vita di tutti i giorni? "L' amicizia è l'unico cemento capace di tenere assieme il mondo"(Woodrow Wilson).

L'amicizia ai nostri giorni e nei giorni dei nostri avi e dei grandi personaggio della storia  rappresenta un oggetto su cui sono evidentissimi i segni del cambiamento infatti si sà cambia la musica, cambia l'arte, cambiano i rapporti tra gli uomini e i ragazzi... tra le generazioni, cambiano le idee, cambia il modo di parlare, di esprimersi, cambia il modo di comunicare i propri sentimenti ma tuttavia in ogni epoca..."L' amico è la persona davanti alla quale posso parlare ad alta voce" (RalphWaldoEmerson).                                                                                                                                                                           
Oggi giorno nella nostra società  fatta di interessi, soldi e tradimenti..." Un vero amico è il maggiore dei beni è quello che tra tutti ci si cura di meno di acquistare" (Francois de la Rochefoucauld) e " Se sei il mio vero amico, allora mi ami per l' affetto, non per le cose" (MatteoRicci).                                                                                                                                                                           
Spesso però nell' antica Roma le amicizie davano solo vantaggi politico ed economici tante, infatti, sono state le alleanze  tra gli uomini a capo dell' Impero romano e altrettanti sono stai i tradimenti e le vendette di una senza eguali. Ciò che abbiamo voluto trattare nel corso del nostro lavoro è, però, l' amicizia come fenomeno fondamentale per far girare il mondo arrivando ad evidenziare, quasi palesemente, le differenze tra i metodi di comunicazione e quelle regole e/o convenzioni sociali che hanno regolato i rapporti tra le persone e che ribadiamo sono il frutto di strabilianti cambiamenti. Abbiamo inoltre voluto che esempi di storia antica e moderna ci accompagnassero in questo lavoro ,faticoso, ma riflessivo e gratificate affinché potessimo dimostrare e accompagnare le nostre riflessioni e ciò che abbiamo imparato.
Amicizia
Che cos’è realmente? .. Molte volte ci si chiede cosa sia l’amicizia  e se realmente esista,spesso si cerca una risposta,cercando di capirlo dagli altri,ma non si è mai sicuri di trovare le giuste risposte. Migliaia di poeti hanno dato la vita per cercare di capire cosa fosse, c’è chi dice che gli amici non esistono, chi dice che nella vita si possono avere due o al massimo tre amici o chi invece pensa che ogni persona simpatica o gentile possa essere nostro amico.
Molto probabilmente se ognuno di voi si mettesse a pensare al vero senso della parola amicizia, scoprirebbe ben presto di non avere neanche una persona accanto degna di essere chiamata “amico”.
A questo punto vi starete chiedendo cos’è l’amicizia, bhe…la verità e che quasi nessuno a questo mondo lo sa.
Molte persone confondono l’amicizia con lo stare insieme. L’amicizia però è una specie di patto, un patto che dura all’ infinito, l’amicizia è un sentimento difficile da trovare ma se hai la fortuna di scoprirla ti rendi conto che è uno dei sentimenti più belli più forti e più sinceri che sul serio non muore e non finisce mai.
Non possiamo considerare un amico colui che ci sorride sempre o non possiamo dare fiducia a qualcuno che ci prende per mano, quando sappiamo che alla prima occasione ci lascia andare.
Un vero amico è quella persona che ti sta sempre accanto, quella persona che anche se non è vicina a te, cercherà sempre di darti un sostegno, un amico è una persona di cui ti puoi fidare fino in fondo, è quella mano dolce che ti asciuga le lacrime, è quello che rinuncia al sorriso per dartelo a te, un amico è per sempre.
L’amicizia è un sentimento molto importante che  lega ognuno di noi ad una persona a cui si tiene e si è legati  e soprattutto a cui si vuole molto bene.
Spesso l'amicizia viene presa "sottogamba"...invece è una cosa importante avere un amico che sappia consigliare nel momento del bisogno, è veramente importante soprattutto quando si pensa di cadere a terra e sprofondare.
Dunque, esiste l’amicizia? E l’amico vero? Sta a voi deciderlo. Io sono dell’idea che esiste.
L’amicizia è la consapevolezza che un’altra persona fa parte di noi e che noi facciamo parte di qualcun altro.
L'amicizia, è un tipo di legame sociale accompagnato da un sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone.L'amicizia è un legame, una relazione e un sentimento tra due o più persone, caratterizzato da una rilevante carica emotiva e fondante la vita sociale del singolo individuo. In quasi tutte le culture, l'amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la stima, e la disponibilità reciproca. 
L'amicizia non prevede l'esclusività affettiva: gli amici possono cioè frequentare altri individui a scopo amoroso, sessuale, relazionale ecc. senza che il rapporto vicendevole di amicizia ne risulti compromesso.Il tema dell'amicizia è al centro di innumerevoli opere dell'arte e dell'ingegno; fu trattato già da Aristotele e Cicerone ed è oggetto di canzoni, testi letterari, opere filmiche e via dicendo.In genere, si distinguono diversi gradi di amicizia, dall'amicizia casuale legata a una simpatia che emerge fortuitamente in una certa circostanza magari in modo temporaneo, all'amicizia cosiddetta intima, ovvero associata a un rapporto continuativo nel tempo fra persone che arrivano a stabilire un grado di confidenza reciproca paragonabile a quella tipica del rapporto di coppia.
Fra i più alti valori in cui credevano gli antichi greci e romani, padri della civiltà occidentale, c'era l'amicizia: un sentimento sul quale vale la pena di riflettere, perché in profondo contrasto con il materialismo del nostro stile di vita.Secondo alcuni recenti studi sociologici, l'amicizia è un sentimento in estinzione in Occidente a partire dai tempi della Rivoluzione Francese (per tutta una serie di motivi che sarebbe complicato spiegare).
Da allora l'amicizia sembra essere stata sempre più confinata nel ghetto dell'adolescenza e della vecchiaia: due età fra loro lontane, ma accomunate dal desiderio di "fare gruppo" per vincere il senso di isolamento e di solitudine, di diversità e di emarginazione che spesso tormenta i giovani e gli anziani.Si tratta però di un sentimento degradato, che nasce dal bisogno di far fronte ad una difficoltà comune; un senso tribale del "clan", più che un sentimento di amicizia vero e proprio.
Pare invece che l'amicizia tenda ad essere pressoché assente dal mondo degli adulti, sostituita da rapporti di convenienza e di interesse e dal rapporto di coppia, che si vuole totalmente coinvolgente, sensuale e passionale, tale da escludere tutto il resto del mondo, secondo una concezione dell'amore ancora romantica, decisamente egoistica e senz'altro controproducente sul piano dei rapporti sociali, perché genera isolamento e porta alla chiusura anziché all'apertura verso il mondo esterno.
Non era così nel mondo romano  e latino, in cui l'amicizia era considerata il sentimento supremo proprio perché disinteressato ed altruistico, non inquinato dall'elemento sessuale né da passioni degradanti come la gelosia.
All'amicizia è dedicata un'intera opera di Cicerone, il Laelius de amicitia, e l'opinione di Cicerone stesso su questo sentimento è chiaramente espressa da queste parole: "A mio parere, coloro che eliminano dalla vita l’amicizia, eliminano il sole dal mondo".Spesso capita di leggere negli autori antichi, a proposito dell'amicizia, affermazioni che generano in noi turbamento, perché suonano alle nostre orecchie come appassionate frasi d'amore;
Scritto nel 44 a.C. poco prima del De officiis ed a poca distanza dal Cato maior e come quest'ultimo dedicato all'amico Attico, epicureo, il breve dialogo Laelius de amicitia è ambientato da Cicerone nell'anno 129, lo stesso del De re publica. Anche qui, come nell'importante dialogo sullo Stato, gli interlocutori appartengono al cosiddetto "circolo degli Scipioni": a pochi giorni dalla misteriosa morte di Scipione Emiliano durante le agitazioni graccane, Lelio rievoca davanti a Gaio Fannio e Mucio Scevola la figura dell'amico scomparso e disserta sul valore e le finalità dell'amicizia in se stessa.Il clima è quello di una composta tristezza, ma il tono è combattivo; lo sfondo ritrae una situazione politica estremamente tesa, così com'era tesa la situazione a Roma nell'anno 44, con Cesare da poco assassinato e Cicerone che cercava il rilancio sulla scena politica.
Questo in sintesi il contenuto:
Cicerone riporta il racconto che afferma di avere ascoltato in gioventù da uno dei suoi maestri, Quinto Mucio Scevola l'augure, il quale gli riportò, perché presente insieme con Gaio Fannio, l'oratio di Gaio Lelio, amico e consigliere di Scipione; rievocando la figura dell'amico scomparso, Lelio ha modo di intrattenere i propri interlocutori sul valore e sulla natura dell'amicizia stessa (1-17).L'amicizia, lungi dal risolversi in modo esclusivo nella sfera dell'utile e dell'interesse particolare del singolo individuo, deve fondarsi prima di tutto tra i boni cives su una comunione di valori etici condivisi, aventi il loro cardine nel concetto di virtus (18-28).
L'amicizia è un sentimento nobile che nasce dall'amore reciproco per la virtus, e non già dal bisogno o da una certa cogitatio sulla sua utilità: è evidente qui la polemica con Epicuro, della quale abbiamo già detto, polemica che nasce da un'interpretazione distorta o tendenziosa dell'amicizia epicurea; l'amicizia non si deve dunque regolare in base all'utilitas ma alla stessa virtus, come aveva affermato già Aristotele, ed è per questo che non si deve assecondare l'amico se il suo comportamento è sbagliato, nel senso che si pone contro la stessa virtù o addirittura contro la patria: questa infatti non è più amicizia, ma complicità (noi diremmo mafia) (29-44).
La vera amicizia, fondata sulla virtus, deve essere più forte delle avversità contingenti, un concetto che Cicerone esprime citando Ennio (amicus certus in re incerta cernitur). Infine Lelio espone alcuni criteri pratici per la scelta degli amici e mette in guardia contro i falsi amici e i simulatori, fra i quali rientrano anche gli adulatori (45-104)
Che il Laelius sia un'opera dai significati anche apertamente politici è un dato spesso sottolineato dalla critica recente. Il dialogo nasce sicuramente dalla volontà di superare l'antica e tradizionale concezione romana dell'amicizia come serie di legami personali a scopo di interesse politico, in una logica che oggi definiremmo "clientelare". Cicerone, sulla scorta della riflessione sulla filosofia compiuta negli anni di ozio forzato dall'attività pubblica, cerca invece di definire e stabilire i fondamenti etici del sentimento che lega gli uomini.

L'amicizia e l'Eneide
Il concetto di amicizia che c’era ai tempi dei romani, è leggermente diverso da quello di oggi, prima un’amicizia durava per molto tempo e nonostante non ci fosse la tecnologia di oggi, i veri amici riuscivano a rimanere tali per sempre.                                                                   
Un esempio di come ,ai tempi dei romani, l’amicizia veniva intesa , è quello di Euralo e Niso, due protagonisti di una grandissima opera di Virgilio “ L’Eneide”. L'Eneide è un poema epico della cultura latina scritto nel I secolo a.C , che narra la leggendaria storia di Enea, eroe troiano figlio di Anchise, fuggito dopo la caduta della città di Troia, che viaggiò per il Mediterraneo fino ad approdare nel Lazio, diventando il progenitore del popolo romano.
Eurialo e Niso sono entrambi guerrieri troiani che hanno seguito il principe Enea sino alle coste del Lazio. Niso rappresenta la figura più esperta e matura fra i due, mentre Eurialo è il più giovane di tutti i guerrieri troiani. Il loro è un rapporto paritario, a differenza di quello di Achille e Patroclo, che è piuttosto una “dipendenza” del secondo dal primo. Eurialo e Niso infatti “s’amavano d’un identico affetto, stavano sempre insieme, correvano insieme a battaglia”. La loro amicizia è basata sulla condivisione di ogni cosa, e in particolare della sete di gloria. I due infatti sono disposti a immolarsi per il bene della propria patria e dei propri compagni, consapevoli che il loro sacrificio sarà ricordato in eterno. 

Nonostante tutto ciò Niso, che fra i due è il più vecchio e quindi ha maggiore esperienza, si sente responsabile nei confronti di Eurialo e cerca di convincerlo a non seguirlo nella dubbia missione che si apprestava a compiere: fare una sortita per raggiungere Enea, che si trovava presso il re Evandro, per avvertirlo dell’imminente attacco dei Rutuli. Eurialo è quasi indignato per le parole di Niso e non permette all’amico di andare oltre, deciso a seguirlo ad ogni costo. Il carattere più importante di quest’amicizia, infatti, è la concordia che lega gli animi dei due giovani. 
Un crudele destino però, incombe su essi: entrambi infatti andranno incontro alla morte, senza portare a termine la loro missione. La testimonianza più grande del sentimento che li unisce si ha proprio negli attimi più drammatici della loro storia. I due, scoperti dai nemici, tentano la fuga; Eurialo però rimane indietro e viene catturato. Niso, nonostante sia riuscito a mettersi in salvo, quando scopre che Eurialo non è più dietro a lui, decide di cercarlo ed è pronto a dare la propria vita per salvarlo. 
I due muoiono l’uno sul corpo dell’altro, uniti sino alla fine: “Poi (Niso) trafitto si getta sul corpo dell’amico esanime e qui infine trova eterno riposo nella placida notte” .                                                                                                 
L’amore che si dimostrano i due amici, non potrà mai essere paragonato all’ indifferenza che esiste nelle amicizie attuali. Nessuno , se non pochi , può ammettere che si sacrificherebbe davvero per un amico, le amicizie vere , ormai, sono introvabili e nonostante siamo in un secolo pieno di tecnologie, non si riesce quasi a riuscire a tenere amicizie con le persone che ci stanno vicine.                                                                                           
L’unica cosa favorevole che esisteva ai tempi dei romani è proprio questa, e se si potesse ritrovare il concetto di amicizia di una volta si starebbe in un mondo migliore. 

L’amicizia e Harry Potter
‘Esistono molti tipi di coraggio. Affrontare i nemici richiede notevole ardimento. Ma altrettanto ne occorre per affrontare gli amici.’
-Albus Silente, Harry Potter e la pietra filosofale
per il confronto tra una storia di amicizia al tempo dei romani e una storia di amicizia di oggi, io ho scelto la storia di Harry Potter e i suoi migliori amici Hermione Granger e Ron Weasley , perché secondo me è il miglior esempio per capire com’è importante l’amicizia.                                             
La storia di Harry Potter è principalmente una storia di amicizia, una di quelle amicizie che si solidificano col passare del tempo e che diventano sempre più intense e vere, è la storia di tre ragazzi che riescono a superare diversi ostacoli abbastanza pericolosi solo perché sono sempre loro tre insieme e non lasciano mai che uno dei tre debba affrontare qualcosa da solo. 
È una di quelle storie che ci mostra quanto sia meglio e quanto sia più facile affrontare la vita e andare incontro al mondo degli adulti se si è in compagnia di amici che ti vogliono realmente bene,e quanto è più divertente il mondo se accanto hai le persone giuste, quelle che ti accompagnano nei lunghi viaggi, perché non vogliono lasciarti solo al tuo destino e vogliono essere sicuri che tutto vada bene. La storia si suddivide in sette libri scritti da J.K. Rowling, da cui sono stati girati anche otto film usciti in circa dieci anni.  Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger sono dei giovani maghi e all’ età di undici anni ricevono una lettera dalla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts che li invita a frequentare la scuola che li preparerà a gestire la magia e a diventare maghi adulti leali e coraggiosi. La scuola si divide in quattro casate, ognuna che porta il nome del proprio fondatore. 
La casa dei Serpeverde , il cui fondatore è Salazar Serpeverde , è la casa dei maghi ambiziosi di coloro che si sentono superiori agli altri. La casa di Grifondoro, il cui fondatore è Godric Grifondoro, è la casa dei maghi coraggiosi, leali e ribelli. La casa di Corvonero, la cui fondatrice è Cosetta Corvonero, è la casa dei maghi intelligenti, astuti, sapienti, dotati di arguzia mentale. E infine la casa di Tassorosso, la cui fondatrice è Tosca Tassorosso, è la casa dei maghi leali verso i compagni e gli amici, capaci di non scoraggiarsi di fronte le avversità. I tre ragazzi si conoscono sul treno per Hogwarts, i due maschi diventano subito amici. 
Arrivati a Hogwarts i nuovi studenti vengono smistati nelle quattro case, e Harry, Ron e Hermione vengono collocati nella casa di Grifondoro. Ma l'amicizia con Hermione nasce il 31 ottobre del primo anno , quando i due, Harry e Ron, la salvano da un troll chiuso nel bagno delle ragazze dove lei si trovava in lacrime, dopo aver sentito un brutto commento su di lei da parte di Ron. Da allora il trio diventa inseparabile, e i tre amici passano sette  anni scolastici pieni di avventure e di esperienze uniche che li porteranno a conoscersi sempre meglio e a capire chi sono realmente. 
L’attrazione che c’è tra loro è qualcosa di speciale, perché nonostante i loro differenti caratteri e modi di fare e di pensare, nonostante le diverse origini, loro si accettano per quello che sono ed è proprio grazie a queste differenze e al confronto che riescono a conoscere meglio se stessi e a conoscere meglio il mondo intorno a loro( il mondo dei maghi) e il mondo dei babbani(il mondo senza magia).                                                                                                                                                 
Quando uno dei tre soffre ci sono gli altri due pronti tirargli su il morale o in casi estremi a soffrire con lui, perché loro non saranno mai soli, saranno sempre in tre, pronti alla difesa. I tre ragazzi passano esperienze atroci, ma riescono a superare tutto insieme.                                                                         
Perché è proprio questo il bello della vita, se si è in compagnia tutto sembra più bello e meno difficile e non importa capire se era meglio al tempo dei romani o ora, perché la vera amicizia non cambia da periodo a periodo. La vera amicizia esisterà sempre, cambieranno i modi di comunicazione e oggi siamo avvantaggiati dalle mille cose che ci sono da fare insieme, ma l’amicizia , quella vera, sarà sempre basata sugli stessi valori e su ciò che conta realmente, perché se dovessimo immaginare una vita senza amici ci accorgeremmo che tutto diventerebbe più cupo e più triste e l’uomo smetterebbe di vivere.                                                                                                 
L’amicizia è qualcosa di cui l’uomo non può fare a meno sin dall’ inizio dei tempi, perché gli amici ti aiutano a crescere e ad andare avanti e riescono a farti sorridere quando sei giù di morale e gli amici veri ti aiutano a scegliere la giusta via. A volte rischiano anche di mettersi in pericolo per salvarti e farebbero di tutto per vederti sorridere.
‘Harry era senza parole: Hermione era l'ultima persona al mondo capace di infrangere una regola, ed eccola là, a fingere di averlo fatto, per scagionare lui e Ron.’

 Comunicare a distanza nell'antica Roma
Le lettere private inviate nella Roma antica contenevano messaggi d'amore,auguri, scambi di notizie con gli amici su vicende personali e quotidiane (litterae amicales), congratulazioni per un successo, condoglianze e consolazioni per lutti o altri eventi dolorosi, ma anche riflessioni su temi filosofici,economici,politici,morali e scientifici. Le lettere ufficiali, destinate al senato romano o al princeps erano in genere relazioni di senatori o magistrati che si trovavano a svolgere le loro funzioni di governo nelle provincie. Nelle litterae amicales si utilizzava la lingua di tutti i giorni, mentre nelle altre lo stile era più elevato e formale.
-->Di grande importanza erano le comunicazioni militari. Lo strumento a fiato che ebbe maggior fortuna in questo ambito fu la tuba romana. Questa fu usata in numerose funzioni civili e militari, per segnalare l'attacco in guerra e gli esiti della guerra. Riguardo le comunicazioni militari ,ovvero le più importanti e le più veloci per necessità, sappiamo che spesso le comunicazioni arrivavano grazie all'ausilio di alcuni messaggeri e poi con il tempo queste tecniche di comunicazione andarono sviluppandosi.
 Di solito le epistulae venivano incise  su tavolette cerate e poi ricopiate su papiro dal segretario addetto alla corrispondenza, in genere uno schiavo (servus ab epistulis o librarius o amanuensis). A quel punto la lettera veniva "spedita", cioè consegnata a qualcuno che doveva portarla a destinazione. I privati cittadini potevano utilizzare come corrieri i propri schiavi oppure dovevano ricorrere a familiari o amici in partenza per la destinazione desiderata.                                                   
L'estendersi del dominio romano sul bacino del Mediterraneo e con il seguente formarsi di una fitta rete di relazioni commerciali resero necessario a commercianti e uomini d'affari avere un sistema per comunicare in modo più regolare.
-->Dunque a questo proposito la rete stradale si snodava per milioni di km; tutte le vie erano lastricate ed andavano nelle varie parti dell' Italia, in Spagna, in Britannia, in Asia Minore, in Egitto etc etc. Costruire le strade a Roma costava pochissimo e ciò perché impiegava per la loro realizzazione i soldati e gli schiavi: facendo due conti ogni chilometro veniva realizzato con una spesa di 6.000 sesterzi (quasi 9.000 euro).
Essi organizzavano quindi a proprie spese un primo servizio postale effettuato da corrieri a cavallo ( tabellarii) che assicuravano un regolare collegamento tra Roma e le città più importanti. Ogni 10 o 15 miglia c'erano stazioni più grandi con fabbri, veterinari e funzionari di polizia. Cioè ogni 5 minori ve ne era una più grande ovvero dotata di più servizi.Per le comunizioni relative all' amministrazione dello stato, Augusto istituì un servizio postale pubblico;
-->al quale gli antichi romani posero molta cura all'organizzazione del servizio di posta. Augusto si occupò personalmente della riorganizzazione del “cursus” ovvero del servizio di posta che divenne così: “Cursus publicus” ovvero “posta statale”. I messaggeri che portavano con loro le informazioni (chiamati “tabellari” )le custodivano su tavolette d'osso o di metallo spalmate di cera. Ma presto, per rendere il trasporto più agevole, le tavolette vennero sostituite con rotoli di papiro scritte con un inchiostro vegetale di nome “atramentum”. Il percorso tra una città e l'altra era percorso su carri ed organizzato in stazioni di cambio dei cavalli chiamate “statio posita” da cui derivò il nome “stazione di posta”.
Per riconoscere gli originali proprietari i carri erano provvisti di vere e proprie targhe composte da “bulla” ovvero borchie circolari di metallo. Secondo la ricostruzione ad opera della Tavola Peutingeriana la rete postale e viaria romana era formata da 200.000 km di strade che consentivano un inoltro rapidissimo di tutte le informazioni. Per consegnare una missiva i “cursores” ossia i “corrieri” potevano percorrere 270 km in 24 ore.
Guardiamo ad esempio anche nell'Antico Egitto vi era già un servizio postale avanzato e fruibile, oltre che dai funzionari dei faraoni, anche da parte di persone di cultura e dai commercianti. I servizi di trasporto avvenivano per via fluviale ed i supporti sui quali viaggiavano le informazioni erano i papiri scritti in demotico quando trattavano di argomenti commerciali.
Dunque dall'iniziale uso di animali vennero quindi impiegati mezzi navali, ferroviari e aeroplani e negli ultimi decenni, con l'avvento di Internet viene sfruttata la possibilità di certificare il trasporto dell'informazione in tempo reale. In conclusione anche se oggi con gli sms e i social network, l' idea di dover aspettare giorni per avere una notizia ci pare un' enormità per i Romani era molto diverso.

La comunicazione ai giorni nostri
Oggi nasce l'esigenza di un nuovo modo di fare comunicazione. L'esplosione a livello globale si ebbe nel 2003, grazie alla popolarità di alcuni siti web, in poco tempo si arrivò a Facebook che raggiunse risultati incredibili. Fin dalla preistoria l'uomo ha sempre cercato di comunicare con i suoi simili, all'inizio tramite la voce poi da quando fu inventata la scrittura con le lettere. Questo metodo di comunicazione fu usato da tutte le civiltà fino a qualche decennio fa. 
Dalla fine dell'ottocento quando comparvero le prime forme di telefono, la lettera pian pianino andò scomparendo e venne rimpiazzata nell'ultimo secolo dal cellulare, in rete da poco. Da alcuni anni anche i cellulari si sono evoluti e adesso non servono più solo per chiamare, ma vengono utilizzati anche come svago tra i giovani. Adesso la nuova generazione è molto soddisfatta della comunicazione che colma la distanza e la mancanza di amici e parenti. 
Secondo me questa comunicazione tecnologica è per noi giovani un'arma a doppio taglio perché permette di parlare con delle persone, che non si trovano davanti a noi, in modo istantaneo, ma molto spesso non si sa chi si trova dall'altra parte dello schermo; per questo motivo bisogna essere molto attenti a rendere pubbliche informazioni che permettono alla gente di rintracciarci. 
Nel mondo attuale la tecnologia domina ogni sfera della vita quotidiana. Le forme di comunicazione non si basano più sui rapporti faccia a faccia, ma sull'uso smodato dei nuovi mezzi per comunicare, attraverso queste applicazioni sociali, semplici, intuitive, e non dispendiose in termini di tempo. 

Riflessioni
L' amicizia è una fiamma che mai si spegnerà. Essa è paragonabile al sole, alla luce che non si spegna mai. Avere una vera amica è come possedere un tesoro che tu non vedi, ma che hai. A parole non si può dire cos'è. E' grande come l'infinito, vale più del bene che hai e che sogni di avere. Solo la vita può dire meglio di me, senza parole, cosa essa sia: se è illusione o se esiste ...i valori basilari dell' amicizia sono la fiducia e l' onestà . Quando una persona, senza esitare, ti guarda negli occhi e può dire: <<si, di te mi fido!>>, quella è vera amicizia. Penso che l' amica sia colei che ti sa capire, colei che se hai un problema ti aiuta, che crede in ciò che fai, dici e pensi, in ciò che sei, anche se tutto dimostra il contrario. Penso all' amicizia come ad un qualcosa di eterno, che non nasce e non muore, ma vive all'infinito dentro a ognuno di noi.
L' amicizia è una delle esperienze più preziose che la vita ci offre. E'  bello condividere le gioie e le sofferenze con qualcuno che ti conosce molto bene e che si ritiene un amico. Tante persone confondono il vero significato dell' amicizia e pensano che anche una semplice conoscente, che ti sorride e ti saluta, sia un' amica. Personalmente non credo tanto al senso di amicizia, perchè penso che le persone non sono mai del tutto oneste per essere sincere con gli altri. Vera amicizia è dire tutto ciò che nasce dal cuore e non provare neanche per un attimo invidia verso l' amico. Sono sicura, pe, che tutti provano invidia per gli altri e tutti sono spinti dall' utile. Questo è il motivo per cui non credo nell' amicizia, perchè penso che siano tutti disonesti e io non voglio amici...Mi piacerebbe tanto avere un' amica, però una "vera", di quelle che esistono solo nei sogni. Il mio amico più fedele è il mio diario segreto, perchè tiene in sè i miei pensieri e non li fa leggere a nessuno.
Sembra banale, ma solo pochi dei nostri "amici" si possono considerare tali. Molti ai nostri occhi potrebbero esserlo ma solo pochi lo sono realmente. Certo l' amico, come si dice, si riconosce nel momento del bisogno, ma secondo me il vero amico è quel qualcuno in grado anche di sgridarti, di tirarti uno schiaffo...L' amicizia o è sincera o non esiste
E' sempre difficile trovare un' amicizia vera: troppi impegni, troppa voglia di primeggiare, troppo attaccamento al computer. Essa, però, quando è presente si può considerare come il bene più grande, il valore più alto. L' amicizia elimina pregiudizi, interessi personali, invidie... Non condivido l' atteggiamento di coloro che, sin da giovani, preferiscono stare con la propria ragazza piuttosto che con l' amico: sprecano gli anni migliori della loro vita rinchiusi nella prigione della formalità. Infine credo che l' amicizia tra un uomo e una donna può sfociare nell' amore, anzi penso che questo sia l'amore più bello. Bisogna, però, fare attenzione: con l'amicizia può iniziare l'amore, con l'amore può finire un' amicizia.





Loredana Costa 
Elena Fichera
Michela D'Andrea
Emanuele Finocchiaro
Patanè Maria Grazia    
 2 G Galileo Galilei, Catania 

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